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Che cos’è il tetano?
l tetano è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani, un bacillo gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno (cioè è anaerobio), ed è presente in natura sia in forma vegetativa, che di spore. Il batterio è normalmente presente nell’intestino degli animali (bovini, equini, ovini) e nell’intestino umano e viene eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la polvere e la terra.
Quando le spore penetrano nell’organismo umano, per esempio attraverso ferite o punture, in caso di condizioni favorevoli proliferano e producono una tossina estremamente potente (tanto che la quantità letale per un uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo). Il periodo di incubazione è compreso tra 1 e 21 giorni.
Le ferite a maggior rischio sono quelle caratterizzate da ampia devitalizzazione dei tessuti (dove c’è scarso apporto di sangue e quindi di ossigeno), le lesioni inquinate da terriccio o con ritenzione di corpi estranei (frammenti di legno o metallo). Anche ustioni, ferite da morsi di animali possono rappresentare una via di ingresso per le spore tetaniche.
L’infezione tetanica è un’emregnza medica che richiede un intervento tempestivo.
La tossina è la vera causa dell’infezione: attraverso il sangue e il sistema linfatico raggiunge il sistema nervoso centrale causando i sintomi della malattia, che sono in genere gravi.
Come si manifesta il tetano?
I sintomi tipici del tetano sono le contrazioni muscolari che di solito iniziano dal capo, e progrediscono poi verso il tronco e gli arti.
Caratteristico sintomo iniziale è il trisma, cioè la contrattura del muscolo massetere, che dà al volto del paziente un aspetto caratteristico (riso sardonico), seguito da rigidità del collo, difficoltà di deglutizione, rigidità dei muscoli addominali.
Altri sintomi includono febbre, sudorazione, tachicardia, difficolta’ di respirazione, Il paziente rimane conscio e gli spasmi muscolari, provocati da stimoli anche minimi, causano dolore.
La mortalita’ per tetano è elevata. Nei casi gravi, se non trattata in modo rapido ed adeguato, la mortalita’ varia dal 50% negli adulti all’80 % dei neonati.
Quanti casi in Italia?
L’Italia risulta purtroppo al primo posto per infezioni da tetano rispetto agli altri paesi Stati membri dell’UE/EEA.
Nel 2018, sono stati segnalati al sistema di sorveglianza europeo TESSy 92 casi di tetano, con il numero più elevato di casi in Italia (n= 36; il 39% di tutti i casi notificati). Tra il 2006 e il 2018, l’Italia ha registrato un numero di casi costantemente superiore alla media europea. Gli adulti di età pari o superiore a 65 anni sono la fascia di età più colpita sia in Italia che negli altri Paesi europei (soggetti non vaccinati o che non hanno ricevuto dosi booster decennali).
Nella maggior parte dei casi di tetano segnalati in questi ultimi anni, l’infezione è stata provocata da ferite o da escoriazioni di modesta entità.
Ogni anno l’infezione da tetano causa circa 60 casi di malattia e 20 morti in Italia
Come si previene l’infezione?
La prevenzione della malattia si basa sulla vaccinazione, prevista in Italia per tutti i nuovi nati.
In Italia, infatti, la vaccinazione antitetanica è stata resa obbligatoria dal 1938 per i militari, dal 1963 (Legge del 5 marzo 1963, n. 292) per i bambini nel secondo anno di vita e per alcune categorie professionali considerate più esposte a rischio di infezione (lavoratori agricoli, allevatori di bestiame, ecc). Dal 1968 la somministrazione è stata anticipata al primo anno di vita e il calendario vaccinale vigente prevede la somministrazione di tre dosi al terzo, quinto e dodicesimo mese di età. Una dose di richiamo (associata con le componenti contro la difterite e la pertosse – Dtap) viene eseguita nel sesto anno e un’altra a 14 anni (tetano, difterite a ridotto contenuto di anatossina e pertosse – Tdap).
Il vaccino è costituito dall’anatossina, cioè dalla tossina tetanica trattata in modo da perdere la sua tossicità, mantenendo però la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi. Come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, la somministrazione di tre dosi di vaccinazione antitetanica conferisce una protezione molto elevata, con un’efficacia superiore al 95%. La durata della protezione nel tempo è di almeno 10 anni ed è ulteriormente garantita dall’esecuzione dei richiami.
Per verificare la copertura decennale è importante rivolgersi al centro vaccinale dell’area di residenza e richiedere il certificato vaccinale.
La vaccinazione antitetanica è obbligatoria per alcune categorie di lavoratori e lavoratrici più esposti ai rischi dell’infezione e per gli sportivi (Legge 5 marzo 1963 n. 292). Il rischio biologico negli ambienti di lavoro è disciplinato dal D.Lgs 81/2008, che prevede la somministrazione a cura del Medico Competente.
Ha senso rischiare la malattia quando abbiamo a disposizione un vaccino sicuro ed efficace?
No, perché:
- è sempre una malattia gravissima che non conferisce immunità permanente
- le spore del tetano non possono essere eliminate dal terreno e dall’ambiente in cui viviamo, anche nelle città
- le persone vaccinate non impediscono la diffusione del batterio e quindi non possono proteggere indirettamente i non vaccinati (immunità di gregge)
Il vaccino espone a dei rischi?
Questo vaccino è ben tollerato e di regola non provoca reazioni. Gli eventuali effetti collaterali dei vaccino singolo sono:
- rossore, gonfiore, dolore passeggeri, entro 48 dalla vaccinazione, in sede di iniezione in 20-80 casi ogni 100 dosi
- malessere, febbre per lo più di modesta entità in 1 caso ogni 100 dosi
- anafilassi: 1 ogni 5-10 milioni di dosi
- neurite brachiale (infiammazione delle terminazioni nervose del braccio): 6 ogni 5-10 milioni di dosi in soggetti adulti, soprattutto se sottoposti ad un numero elevato di dosi di richiamo
- decessi: nessuno
Cosa posso fare se sospetto di avere una ferita contaminata e non sono vaccinato?
In caso di lesioni, la prevenzione del tetano viene favorita pulendo le ferite in modo tempestivo e accurato.
In presenza di ferite può essere somministrata una dose di vaccino antitetanico per prevenire lo sviluppo della patologia. Ai soggetti non precedentemente vaccinati vengono somministrate una seconda dose 1 mese dopo la prima e una terza dose 2 mesi dopo la prima. Quindi vengono somministrate dosi di richiamo ogni 10 anni.
Poiché il vaccino richiede alcune settimane per diventare efficace, talvolta si somministra anche l’antitossica tetanica , costituita da immunoglobuline ottenute da donatori che presentano alti livelli di anticorpi contro la tossina tetanica. Questi anticorpi neutralizzano immediatamente la tossina (gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario per contribuire a difendere l’organismo dall’attacco di particolari agenti, come la tossina tetanica).
Per ulteriori informazioni in merito lo Studio Parente&Ranzato è a vostra disposizione.
Per altre informazioni lo Studio Parente&Ranzato resta a disposizione.