PROTEZIONE DEI LAVORATORI DA PIOMBO E DIISOCIANATI
Marzo 15, 2024Il mobbing è una realtà purtroppo diffusa nel mondo del lavoro.
Per mobbing si intende comunemente un comportamento del datore di lavoro (o del superiore gerarchico, del lavoratore a pari livello gerarchico o addirittura subordinato), il quale, con una condotta sistematica e protratta nel tempo e che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili, pone in essere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica nei confronti del lavoratore nell’ambiente di lavoro. Da ciò può conseguire la mortificazione morale e l’emarginazione del dipendente, con effetto lesivo del suo equilibrio fisiopsichico e del complesso della sua personalità”. (Corte di Cassazione, Sentenza n. 3875/09).
Il mobbing sul luogo di lavoro può manifestarsi in diversi modi, con una varietà di comportamenti vessatori e denigratori che possono essere difficili da riconoscere. Ecco alcuni esempi:
Comportamenti verbali:
Insulti, offese, minacce, urla.
Critiche continue e ingiustificate.
Sarcasmo, ironia e umorismo denigratorio.
Diffusione di pettegolezzi e calunnie.
Silenzio ostile e ostracismo.
Comportamenti non verbali:
Sguardi intimidatori, gesti di disprezzo.
Esclusione da riunioni, eventi sociali o attività lavorative.
Assegnazione di compiti ingiustificatamente gravosi o degradanti.
Interferenza con il lavoro altrui, sabotaggio.
Controllo eccessivo e invasivo.
Comportamenti psicologici:
Minacce di licenziamento o demansionamento.
Isolamento sociale e marginalizzazione.
Deprivazione di autonomia e responsabilità.
Creazione di un clima di tensione e paura.
Manipolazione e mobbing psicologico.
Oltre a questi esempi, il mobbing può assumere forme più subdole e difficili da identificare, come ad esempio:
Microaggressioni: piccoli atti di offesa o discriminazione, spesso involontari ma comunque dannosi.
Gaslighting: manipolazione della realtà volta a far dubitare la vittima delle proprie percezioni e del proprio senso di realtà.
Cybermobbing: utilizzo di strumenti informatici e telematici per molestare e vessare la vittima.
Le conseguenze del mobbing possono essere gravi:
Per la salute psico-fisica della vittima: ansia, depressione, disturbi del sonno, disturbi alimentari, riduzione della produttività, aumento dell’assenteismo e del turnover, danni alla salute fisica.
Per l’azienda: calo della produttività, aumento dei costi, deterioramento del clima aziendale.
Per la societa’: Pensiamo ad un mobbizzato costretto a protratte assenze per malattia. L’INPS eroga denaro all’azienda affinché questa persona sia regolarmente retribuita; non solo: la AUSL contribuisce alle spese per visite mediche, analisi, terapie ed eventuali interventi di altro genere necessari allo stato di salute della vittima. Vediamo quali sono le estreme conseguenze a cui il Mobbing può portare una sua vittima: cioè a un caso di invalidità professionale permanente. In situazioni di danni permanenti alla salute, la vittima può essere costretta al
prepensionamento in età ancora relativamente giovane. Anche in questo caso i costi per la società sono enormi: non si deve infatti considerare solo la pensione che riceve con dieci o vent’anni di anticipo rispetto alla normale età pensionabile a cui sarebbe arrivato se non fosse stato mobbizzato.
È importante ricordare che il mobbing non è una fatalità. Con la giusta conoscenza e il supporto adeguato, è possibile sconfiggere il mobbing e tutelare la propria salute e il proprio lavoro.
Ecco alcuni consigli per le vittime di mobbing:
Non sottovalutare la situazione e non sentirti in colpa.
Raccogli prove: annota su un diario gli episodi di mobbing, con data, ora, luogo, persone coinvolte e testimoni.
Parla con qualcuno di cui ti fidi: un collega, un amico, un familiare, il rappresentante dei lavoratori.
Rivolgiti al medico del lavoro o a uno psicologo.
Con il coraggio e la determinazione, è possibile uscire dalla spirale del mobbing e riprendersi la propria vita.
Se sei vittima di mobbing, non sei solo. Chiedi aiuto!
Per altre informazioni lo Studio Parente&Ranzato resta a disposizione.